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Il volume analizza la disciplina dei porti dall'angolo visuale europeo e nazionale, e si concentra in particolare sulla natura dei porti come "beni" e infrastrutture pubbliche, al cui interno le imprese operano sulla base di diversi livelli di regolazione. In questa disamina, superando definitivamente l'approccio del porto come... un mercato a sé, gli autori sviluppano una concezione di porto come snodo di una ben più complessa filiera logistica, solo relativamente alla quale è corretto ragionare in termini di accesso al mercato, gestione di infrastrutture scarse, e conseguente ricaduta sul sistema economico nazionale delle regole e delle prassi riguardanti porti e logistica. Viene quindi delineato il regime dei porti italiani alla luce delle norme dell'Unione e nazionali, comprensivo delle prerogative infrastatuali, dei rapporti con le città, tra diverse amministrazioni e tra i regolatori che a vario titolo esprimono competenze nel settore. Gli autori si dedicano infine allo studio dettagliato dei vari "attori", pubblici e privati, operanti nei porti, e della disciplina ad essi relativa, con particolare attenzione ai modelli organizzativi che riguardano sia le amministrazioni interessate, in primis le Autorità di sistema portuale, sia le imprese e gli altri soggetti che operano in contesti concorrenziali ovvero regolati.